Come potrebbe iniziare una guerra nucleare
di Hans Kristensen, Matt Korda, Eliana Johns, Allie Maloney e Jon B. Wolfsthal sul Washington Post
Lo spettro dell’annientamento globale, così presente durante la Guerra Fredda, è svanito dalla coscienza collettiva. Ma le testate sono ancora lì. Per capire come tutto potrebbe andare storto, basta guardare al passato: ci siamo andati vicini. Un’indagine in due parti (parte uno - parte due).
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Giocare a fare il segretario della Difesa
di Kerry Howley sul New York Magazine
Fin dall’inizio era chiaro quali fossero gli aspetti del lavoro che Hegseth apprezzava di più: allenarsi, postare foto dei suoi allenamenti e discutere dell’imminente rimozione del personale transgender dalle forze armate.
Ma Pete Hegseth non era più lo stesso dopo il Signalgate, secondo sei persone ben informate. Era più incline all’ira e sempre meno curato al mattino, spesso non si radeva nemmeno. Sembrava esitante nelle decisioni, come se avesse paura di sbagliare, paralizzato nell’attesa di ricevere ordini dalla Casa Bianca.
Mentre la guerra incombe, il Pentagono è scosso da lotte interne su fughe di notizie, droga, e… calzini. Questa è un’inchiesta che racconta dall’interno come si è arrivati al più grave scandalo emerso finora: non tanto la scarsa sicurezza operativa, quanto un lungo e plateale tentativo da parte di Hegseth di distruggere i suoi stessi consiglieri più fidati.
Quanto a lungo Trump resterà al fianco del suo uomo?
Kerry Howley è autrice del libro Reality. Lo Stato profondo e la guerra per le informazioni, pubblicato dalla nostra casa editrice NR edizioni
Il crollo silenzioso dell’uomo che ha quasi ucciso Trump
di Steve Eder e Tawnell D. Hobbs sul New York Times
Thomas Crooks era uno studente di ingegneria, secchione e nella lista d’onore del rettore. Per mesi aveva accumulato materiali esplosivi prima del suo attentato contro Donald Trump, mentre la sua salute mentale andava lentamente in pezzi.
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Hanno fatto domande a un chatbot d’intelligenza artificiale. Le risposte li hanno fatti cadere in un vortice
di Kashmir Hill sul New York Times
I chatbot generativi stanno scivolando in tunnel cospirazionisti e abbracciando sistemi di credenze mistici e deliranti. Per alcune persone, il dialogo con questa tecnologia può distorcere profondamente la percezione della realtà.
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Il marketing come culto, le aziende come sette
di su
La società contemporanea si illude di essere secolarizzata, ma sta replicando dinamiche religiose con il consumismo al posto della spiritualità e la pop culture come rielaborazione dei testi sacri.
Se il marketing utilizza le stesse leve dei nuovi movimenti spirituali, è perché gli uffici marketing, le agenzie di comunicazione e le grandi aziende sono diventati essi stessi, quando va bene, delle grandi religioni organizzate (una messa alla settimana, e poi sei libero di vivere la tua vita con la tua famiglia) e, quando va molto male, delle sette abusanti della peggior specie.
Beat and Love è un progetto editoriale di Laura Fontana, prodotto da NightReview e NR edizioni. Fenomenologia online e sociologia digitale, content economy e pop culture, piattaforme social e shitstorm. Iscriviti alla newsletter.
Lui sta morendo. Lei è incinta
di Ariana Eunjung Cha, Drea Cornejo, Jahi Chikwendiu, Dan Keating e Julia Wall sul Washington Post
Il suo ultimo desiderio è combattere il cancro abbastanza a lungo da poter vedere nascere il suo bambino. Una storia eccezionale.
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Perché i medici scrivono?
di Danielle Ofri sul New Yorker
Il primo paziente di cui abbia mai scritto in realtà non era nemmeno mio paziente; da studentessa al primo anno di medicina, quel costrutto grammaticale possessivo – “mio paziente” – non era ancora entrato nella mia coscienza, tanto meno nel mio vocabolario. In ogni caso, quando lo incontrai, era già morto. Avevo seguito i miei compagni di corso nelle viscere dell’ufficio del medico legale, a nord dell’ospedale Bellevue, oltre i silenziosi depositi dei corpi non reclamati, fino al frastuono della sala autopsie. Lì c’era lui – un ragazzo, non più di dodici anni, che occupava a malapena spazio sul tavolo di metallo.
Un saggio personale.
La lotteria degli Slam
di Roberto Scarcella su
Lontano dallo scintillio dei campi principali dei grandi tornei, va in scena la vita dei tennisti che navigano le acque basse della classifica: una realtà molto più dura di quanto si possa immaginare.
Giocare un primo turno del Roland Garros, anche dovesse restare l’ultimo, può bastare a riempire il cuore d’orgoglio e le tasche con premi altrove inaccessibili, perfino inanellando serie infinite di successi consecutivi – tra l’altro improbabili – sui campi minori. […]
Alcuni considerano un budget annuo di 80 mila dollari per andare in pari tirando la cinghia (dormire in aeroporto, condividere stanze con altri giocatori, viaggiare in economy negli orari più infelici, risparmiare su cibo, massaggi, terapie), altri parlano di 300 mila dollari. Perché non importa quanto tu possa guadagnare, le spese – soprattutto se vuoi migliorarti – aumentano sempre.
Ritratti, reportage, approfondimenti e saggi personali firmati da autori diversi per ogni numero: Mezza Riga è una newsletter di giornalismo letterario sul tennis. Arriva il lunedì, ogni due settimane. Curata da Simone Spetia, prodotta da NightReview e NR edizioni. Iscriviti alla newsletter, è gratuita.
Alessandro Plizzari e Pescara
di Federico Principi su L’Ultimo Uomo
Plizzari para i primi due rigori alla sua destra e trascina il Pescara in Serie B prendendo l’ultimo alla sua sinistra, sul lato infortunato e staccando con la gamba malandata, riuscendo a stare sopra la soglia del dolore per una piccola e decisiva frazione di secondo. Si accascia nuovamente a terra, stremato ancora dalla sofferenza fisica ma con la consapevolezza di aver realizzato un’impresa difficilmente eguagliabile e ancor più difficilmente concepibile. Il riscatto da una carriera finora al di sotto delle sue aspettative si materializza in una serata in cui prendono vita tutti i cliché delle più pilotate e inverosimili sceneggiature dei film americani.
Come il Pakistan si è innamorato del sushi
di Sanam Maher sul Guardian
Un tempo, i pakistani disprezzavano il pesce crudo. Oggi, il sushi è ovunque: dai pasti del Ramadan ai buffet di nozze – e tutto è iniziato con un uomo e un sogno.