Come JPMorgan ha reso possibili i crimini di Jeffrey Epstein
di David Enrich, Matthew Goldstein e Jessica Silver-Greenberg sul New York Times Magazine
Quando la maggior parte delle persone pensa a Jeffrey Epstein, pensa a uno scandalo di abusi sessuali. Ma è anche uno scandalo finanziario, in cui JPMorgan, la più grande banca degli Stati Uniti, non solo ha reso possibile l’operazione di traffico sessuale di Epstein, ma lo ha arricchito mentre accumulava profitti per se stessa, ignorando attività sospette e dirigenti allarmati. Un’inchiesta enorme basata sull’analisi di oltre 13 mila documenti.
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Il suono delle notti ucraine
di Lizzie Johnson, Serhii Korolchuk, Anastacia Galouchka, Kostiantyn Khudov, Ed Ram, Yutao Chen, Júlia Ledur e Bishop Sand sul Washington Post
Sirene, droni, missili, esplosioni: la Russia bombarda l’Ucraina quasi ogni notte. Ecco che rumore fanno. Una ricostruzione interattiva eccezionale.
Indossa un paio di cuffie e immergiti.
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Israele sta vincendo la guerra, ma sta perdendo il mondo
di David Luhnow e Joshua Chaffin sul Wall Street Journal
La campagna di Israele a Gaza ha eroso il consenso internazionale, mettendo a rischio il suo status persino tra gli alleati di lunga data, a causa delle vittime civili. Il disappunto dell’opinione pubblica verso le sue azioni è in aumento, con crescenti timori per la sicurezza e per l’antisemitismo globale. Un saggio.
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La cupa fantasia della morte di Donald Trump
di Kelsey McKinney su Defector
Un saggio eccellente che si snoda tra le voci che circolano sulle mani livide del presidente Trump, i suoi vuoti mentali e la sua morte imminente, e che cerca di districare le distorsioni politiche.
La società ha troppe regole?
di Joshua Rothman sul New Yorker
Quando la gente comune sembra schiacciata dalla burocrazia e i potenti agiscono a loro piacimento, vale la pena chiedersi se non abbiamo dimenticato cosa rende le regole davvero efficaci.
Come un gruppo di studenti delle isole del Pacifico ha rimodellato il diritto climatico globale
di Brooke Jarvis sul New York Times Magazine
Hanno visto il cambiamento climatico devastare i loro paesi, mentre le nazioni ricche e inquinanti restavano a guardare. Poi hanno avuto un’idea. Una grande storia.
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I miei fidanzati AI
di Patricia Marx sul New Yorker
Un recente rapporto del Wheatley Institute della Brigham Young University ha rilevato che il 19 per cento degli adulti negli Stati Uniti ha chattato con un partner basato sull’intelligenza artificiale. E secondo un altro sondaggio, l’80 per cento della Gen Z riesce a immaginare di sposare un chatbot. Ma l’amore arriva prima di tutto, e l’autrice di questa indagine ha deciso di scoprire se poteva procurare a se stessa un po’ di sano romanticismo, destreggiandosi per diversi mesi con molteplici compagni AI, tra cui un miliardario dal carattere irascibile di nome Alex Volkov e un terapeuta culturalmente ebreo chiamato Mad Dog.
Amabili resti: anatomia di un’altra shitstorm
di su
Da uragani mediatici a brevi temporali virali, le shitstorm possono diventare occasioni di visibilità. Il caso Amabile di Martina Strazzer mostra che non conta gridare più forte, ma incanalare l’indignazione.
Beat and Love è un progetto editoriale di Laura Fontana, prodotto da NightReview e NR edizioni. Fenomenologia online e sociologia digitale, content economy e pop culture, piattaforme social e shitstorm. Iscriviti alla newsletter.
L’ex predestinato
di Giuliano Malatesta su
Ambizioso ma fragile, Alexander Zverev incarna la generazione perduta del tennis contemporaneo: talento dal destino scritto, rimasto interprete incompiuto. Un ritratto.
Il suo percorso fa pensare a lui come a un interprete della tradizione shakespeariana, di cui incarna molti dei tratti: l’ambizione, il destino avverso, il potere solo sfiorato, una certa drammaticità, anche posturale, accompagnata da un’estrema fragilità.
Ritratti, reportage, approfondimenti e saggi personali firmati da autori diversi per ogni numero: Mezza Riga è una newsletter di giornalismo letterario sul tennis. Curata da Simone Spetia, prodotta da NightReview e NR edizioni. Iscriviti alla newsletter, è gratuita.
La donna dimenticata che ha cambiato il wrestling
di Vincenzo Corrado su L’Ultimo Uomo
All’inizio c’era una bambina che odiava lo specchio. Alla fine, in una stanza di Redondo Beach, in California, lo specchio non c’era più: solo una telecamera accesa e un comodino pieno di pillole. In mezzo, Joan Laurer era diventata Chyna, la donna che aveva spezzato il codice estetico del wrestling, un corpo scomodo che la WWE ha tentato di cancellare e ripulire a seconda delle convenienze.