Lo sceicco che ha conquistato il calcio e vizia i signori della guerra
di Declan Walsh e Tariq Panja sul New York Times
Mansur bin Zayd Al Nahyan, il vicepresidente degli Emirati, è noto soprattutto come proprietario del Manchester City, uno dei club di calcio più importanti al mondo. Ma dietro le quinte, c’è chi lo descrive come il “gestore” delle guerre segrete del suo paese all’estero. Un ritratto.
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La lotta per il futuro dell’Europa
di Timothy Garton Ash sul Financial Times
L’Europa si trova nei primi anni di una nuova èra. Il continente sta vivendo una grande battaglia tra due visioni contrapposte: un’Europa liberale e una illiberale, internazionalista e nazionalista, votata all’integrazione o alla disintegrazione. Chi prevarrà dipenderà dalla resistenza e dall’abilità delle forze politiche interne, ma anche da sviluppi esterni su cui gli europei hanno poco o nessun controllo.
Un saggio.
Un valzer con Putin: come l’ex ministra degli Esteri austriaca ha trovato una nuova casa in Russia
di Amanda Coakley sul Guardian
Karin Kneissl fece notizia in tutto il mondo quando, nel 2018, invitò il presidente russo al suo matrimonio. Cinque anni dopo si è trasferita a San Pietroburgo. Lo scandalo ha portato alla luce una scomoda verità sui legami tra Vienna e Mosca.
Le finanze di Trump erano precarie. Poi ha iniziato a capitalizzare sul suo ritorno
di Russ Buettner sul New York Times
Contrariamente alle affermazioni del presidente, i documenti depositati in un caso di frode a suo carico suggeriscono che la sua ricchezza non sia stata il frutto di un impero solido e forte. Un’inchiesta.
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I Democratici negavano che questa città avesse un problema di gang. La verità è più complicata
di Ted Conover sul New York Times Magazine
L’affermazione di Trump secondo cui criminali venezuelani avrebbero preso il controllo di Aurora, in Colorado, è diventata il pretesto per il suo giro di vite sull’immigrazione. Ma cosa è successo davvero? Un reportage eccellente.
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Cosa accadrà dopo che l’IA avrà distrutto la scrittura accademica?
di Hua Hsu sul New Yorker
In un ventoso giovedì di primavera, subito dopo la sessione di metà semestre, sono uscito a mangiare noodles con Alex ed Eugene, due studenti della New York University, per parlare di come usano l’intelligenza artificiale nei loro studi. Quando ho conosciuto Alex, l’anno scorso, era interessato a una carriera nel mondo dell’arte e passava gran parte del tempo libero a organizzare servizi fotografici con gli amici. Ma di recente aveva scelto una strada più concreta: voleva diventare commercialista. I suoi giovedì erano intensi, e gli restavano quarantacinque minuti prima di una sessione di studio per il corso di contabilità. Ha infilato lo skateboard sotto una panca del ristorante, ha tirato fuori il portatile dalla borsa e si è connesso a internet prima ancora di sedersi.
La scomparsa del saggio in stile anglosassone segnerà la fine di una lunga tradizione intellettuale – ma potrebbe anche essere l’occasione per rimettere in discussione il senso stesso dell’istruzione universitaria.
Hua Hsu è autore del memoir Stay True. Tracce di un’amicizia, per il quale ha vinto il premio Pulitzer, pubblicato dalla nostra casa editrice NR edizioni
Highlights di una vita
di Giorgia Mecca su
I circa tre minuti delle sintesi dei match catturano molto poco del vero tennis: omettono la fatica, le pause, gli errori, i tic, gli sguardi, il punto brutto ma cruciale. Sono l’illusione di uno show.
Cosa sarebbe la nostra vita se, come in un romanzo di José Saramago, ci fosse consentito di riassumerla in due minuti e trentanove secondi di highlights? Il ritratto sarebbe sfocato e codardo, sicuramente insincero, come quando postiamo un selfie con un filtro bellezza accentuato all’eccesso. I dieci colpi più belli, i gol più spettacolari, i rigori parati, la promozione, il matrimonio, i figli, eccetera. E il resto, il nostro lato oscuro? I momenti di paura, gli scazzi e gli scleri, quella stecca di dritto nel momento del match point, quando ci viene richiesto il meglio di noi stessi e noi diamo invece quello che abbiamo in quel momento, che è poco, dov’è finito quel poco? Quelle occhiaie dopo una pessima nottata, la faccia stremata dopo una giornata di lavoro pesante, l’espressione torva per una delusione sono materiale da highlights o da selfie? Forse no, eppure dovrebbero.
Ritratti, reportage, approfondimenti e saggi personali firmati da autori diversi per ogni numero: Mezza Riga è una newsletter di giornalismo letterario sul tennis. Arriva il lunedì, ogni due settimane. Curata da Simone Spetia, prodotta da NightReview e NR edizioni. Iscriviti alla newsletter, è gratuita.
La furia invisibile delle tempeste solari
di Henry Wismayer su Noema Magazine
Nella mente di ogni meteorologo spaziale si annida un pensiero costante: “la grande tempesta”, quella ipotetica eruzione solare così potente da poter mettere in ginocchio la nostra civiltà planetaria e interconnessa.
“La gente paga per farsi raccontare bugie”: ascesa e caduta della prima multinazionale dell’ayahuasca
di Sam Edwards sul Guardian
Alberto Varela sosteneva di voler usare le piante sacre per liberare la mente delle persone. Ma con l’espansione dell’organizzazione, i suoi seguaci hanno scoperto una realtà molto più oscura.
Come Lionel Messi e Cristiano Ronaldo eseguono una punizione perfetta
di Aaron Steckelberg, Steven Goff, Leslie Shapiro e CJ Riculan sul Washington Post
Due delle più grandi stelle del calcio affrontano in modo molto diverso uno dei momenti più tesi di una partita. Un approfondimento grafico eccezionale.