Le zone di negazione di Israele
di David Remnick sul New Yorker
“L’enorme entità della sofferenza tra gli abitanti di Gaza è quasi invisibile nei media israeliani, a eccezione del quotidiano liberal Haaretz e di poche altre piccole testate”. La guerra contro Hamas “è stata l’incubo morale che tutti hanno cercato di ignorare”.
Dal reportage emerge un’opinione pubblica ancora in festa per il clamoroso successo militare contro il nemico iraniano di lunga data. Perfino alcuni critici del primo ministro Benjamin Netanyahu immaginano un Medio Oriente ridefinito in modo permanente a vantaggio di Israele. Nel frattempo, la sinistra attivista è praticamente scomparsa; gli artisti hanno perso il loro ruolo nella formazione dell’opinione pubblica; e la guerra culturale condotta da Netanyahu sembra aver trionfato, spostando decisamente a destra il clima politico.
Che cosa significa per un paese vivere nella negazione?
Starmer contro Starmer
di Daniel Trilling sul Guardian
Perché l’ex avvocato per i diritti umani è così cauto nel difendere i diritti umani? Molti dei suoi sostenitori speravano che, una volta primo ministro, avrebbe ristabilito l’impegno del Regno Unito verso il diritto internazionale. Eppure, nell’ultimo anno, il bilancio del Labour è stato sorprendentemente ambiguo.
Curare il trauma collettivo di Gaza
di Mohammed R. Mhawish sul New Yorker
Gli abitanti della Striscia vivono in uno stato di ipervigilanza, intorpidimento emotivo e dissociazione, mentre assistono alla lenta cancellazione di qualsiasi futuro immaginabile. I bambini sfollati giocano, mimando la morte. Un reportage che racconta come gli operatori della salute mentale, con sistemi al limite del collasso e risorse quasi inesistenti, si affidino agli ultimi strumenti rimasti.
Lo sforzo ucraino per fortificare le linee difensive
di Matthew Luxmoore e Nikita Nikolaienko sul Wall Street Journal
L’Ucraina deve realizzare una vasta rete di fortificazioni, come trincee, barriere, ostacoli, per fermare l’offensiva estiva della Russia nell’est del paese. Ma il progetto sta incontrando ostacoli: ritardi, attacchi, accuse di corruzione e tattiche di combattimento in continua evoluzione. Le difese vengono adattate in tempo reale alle strategie russe, come l’impiego massiccio di droni, senza però rinunciare alle tecniche tradizionali.
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Desalinizzazione: la soluzione costosa per un mondo assetato
di Chloe Cornish, Eleni Varvitsioti e Ahmed Al Omran sul Financial Times
Con la crescente scarsità d’acqua, i governi stanno investendo miliardi in una tecnologia che, però, comporta anche costi ambientali significativi.
“Ma come ha fatto?”
di Gianni Montieri su
Ogni tanto mi chiedo se esistano partite di tennis brutte, se io ne abbia mai viste, se non ne abbia lasciato la visione a un certo punto perché non succedeva niente di interessante, figuriamoci se di bello. Però, mi viene difficile immaginare una batteria di tre, quattro, cinque set, in cui non si sia manifestata per un istante almeno la meraviglia. […] Lo spettacolo non ci lascia mai (il desiderio che ne abbiamo) è nascosto dietro l’angolo, in fondo a quello che stiamo giudicando il game più noioso di sempre. All’interno di questo paradigma esistono i tennisti spettacolari, fantasiosi, imprevedibili e quelli no. La nuova sottocategoria semplifica e mette i due fenomeni, il numero 1 e il numero 2 al mondo, ai due lati della barricata della genialità. Troppo facile.
Ci siamo convinti che Alcaraz sia quello dal gioco “più bello da vedere” e Sinner quello noioso. Se ne parlerà per i prossimi quindici anni, ma non c’è niente di più falso.
Ritratti, reportage, approfondimenti e saggi personali firmati da autori diversi per ogni numero: Mezza Riga è una newsletter di giornalismo letterario sul tennis. Arriva il lunedì, ogni due settimane. Curata da Simone Spetia, prodotta da NightReview e NR edizioni. Iscriviti alla newsletter, è gratuita.
L’atleta più vicina alla perfezione che una piscina abbia mai visto
di Luca Soligo su L’Ultimo Uomo
L’incredibile carriera di Katie Ledecky, la nuotatrice che ha vinto tutto.
Appunti dal riposo forzato
di Anna Russell sul New Yorker
“Ho passato mesi a limitare ogni movimento, per proteggere una gravidanza a rischio. Come mi ha cambiata tutto questo?”. Un saggio personale.
Mr. Big è vivo e vegeto. Ed è un uomo sposato nel Vermont
di Jacob Bernstein sul New York Times
Ronald Galotti, l’uomo che ha ispirato il celebre scapolo tossico di Sex and the City, e probabilmente l’editore più famoso d’America negli anni Novanta, decise di lasciare la Grande Mela, quando fu licenziato da Condé Nast, per trasferirsi nello stato delle Green Mountains. Nessuno pensava che sarebbe riuscito a restarci per così tanto tempo. Un ritratto.
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La missione per salvare l’ultimo capolavoro di Monet
di Kelly Crow sul Wall Street Journal Magazine
I giardini di Giverny sono entrati nella leggenda della storia dell’arte. Ma conservarli è una battaglia senza fine contro il tempo, il clima e la natura stessa.