Trump ha vinto a malapena il voto popolare. Perché, invece, sembra un trionfo?
di Ezra Klein sul New York Times
Nel 2024, Donald Trump ha vinto il voto popolare con un vantaggio di appena 1,5 punti percentuali. Sia Trump che i Democratici hanno considerato questo risultato come una pesante condanna della sinistra da parte dell’elettorato e un ampio mandato per il movimento MAGA. Ma facendo un qualsiasi confronto storico, è stata una competizione vinta con un margine risicatissimo. Ciò che è successo è che la vittoria culturale di Trump è stata più imponente di quella politica. È stata l’atmosfera che si è creata a far sembrare tutto una disfatta. Questo è in parte dovuto al fatto che Trump si è circondato di alcuni dei più influenti futurologi americani. L’abbraccio della Silicon Valley e della cultura delle criptovalute ha cambiato il suo significato culturale più di quanto i Democratici abbiano ammesso. Nel 2016, Trump si è sentito come un emissario del passato; nel 2025, è stato accolto come un messaggero del futuro. Un’analisi meravigliosamente argomentata.
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L’impero del controllo dell’immagine di Norman Foster
di Ian Parker sul New Yorker
L’architetto britannico Norman Foster somiglia ai titani a cui presta i suoi servizi. La sua ambizione e la sua ricchezza personale lo pongono accanto ai leader delle più grandi aziende del mondo, che lo hanno assunto per progettare edifici di sublime e splendidamente controllata egomania. La carriera di Foster è ora al suo settimo decennio, ha ricevuto ogni premio possibile di architettura, per ogni tipo di edificio. È stato anche ricompensato finanziariamente come mai era accaduto a nessun altro architetto professionista. Michael Bloomberg una volta descrisse la sua collaborazione con Foster come quella tra “un miliardario che voleva diventare architetto e un architetto che voleva diventare miliardario”. Un ritratto spettacolare.
Le auto di lusso sono il futuro italiano?
di Francesco Maselli su
La fabbrica di Lamborghini a Sant’Agata Bolognese è un gigantesco orologio svizzero, dove ogni cosa è al suo posto e scatta con precisione millimetrica. È un esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privato, ha avuto una crescita enorme negli ultimi anni, tutta a beneficio del sistema italiano: nel 2012, Lamborghini produceva 2.082 automobili e aveva 982 dipendenti; nel 2023, ha superato per la prima volta le 10 mila automobili consegnate, una cifra che aumenta ancora nel 2024, e ha ormai superato i tremila dipendenti. Questo vuol dire gettito fiscale, posti di lavoro, innovazione. E però c’è un però. Queste produzioni relativamente piccole, ad alto valore aggiunto ed elevata produttività, con salari ottimi per i dipendenti e grandi investimenti in ricerca e sviluppo, possono essere un modello per l’industria automotive italiana dei prossimi decenni, con Stellantis in profonda crisi?
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Francesco Maselli è autore del libro L’Italia ha paura del mare. Reportage e saggi dai confini della Penisola, pubblicato dalla nostra casa editrice NR edizioni
La nuova lotta di classe sulle piste da sci
di Caterina De Biasio su Rivista Studio
Tra chi si riprende sulle piste e chi ostenta una settimana bianca sempre più affollata e rumorosa, la montagna è diventata il nuovo territorio di confine dove si consuma lo scontro di classe, almeno sui social. Ma è davvero così?
E se la crisi dell’attenzione fosse solo una distrazione?
di Daniel Immerwahr sul New Yorker
Dal pianoforte allo smartphone, ogni ondata di innovazioni tecnologiche ha scatenato timori di deterioramento dello stato mentale. Ma il problema non è la nostra capacità di concentrazione, bensì è ciò su cui ci concentriamo.
Il litio del Nevada potrebbe aiutare a salvare la Terra. Ma a che prezzo?
di Meg Bernhard sul New York Times Magazine
Molti esperti climatici vedono i deserti del Nevada come un luogo in cui costruire il futuro dell’energia verde. Per due attivisti locali, il prezzo che pagherebbe il territorio è troppo elevato.
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Stiamo perdendo la capacità di scrivere a mano?
di Christine Rosen sul Guardian
È molto più probabile ritrovarsi a usare le mani per digitare o scrollare piuttosto che per prendere una penna. Ma nel farlo rischiamo di perdere capacità cognitive, esperienza sensoriale e un legame con la storia.
Tradurre, tradire, ripensare la Bibbia
di Emanuele Zoppellari Perale su Il Tascabile
Le tante Bibbie degli scrittori nel corso dei secoli, alla ricerca disperata di nuovi sensi, conversioni e riconversioni.
Trump e Infantino: due presidenti e un’amicizia politica e sportiva che non sembra placarsi
di Adam Crafton su The Athletic
Cosa ci faceva il presidente della FIFA Gianni Infantino alla cerimonia di insediamento di Donald Trump? Una storia che parte da lontano.
L’impero del sangue: come la UFC di Dana White ha conquistato l’America
di Jack Crosbie su Rolling Stone
Quello che una volta era uno show secondario della TV via cavo a tarda notte è diventato uno sport che ha cambiato la cultura e che annovera il presidente Trump tra i suoi fan.