La fabbrica di spie
di Michael Schwirtz e Jane Bradley sul New York Times
I servizi segreti russi hanno trasformato il Brasile in una catena di montaggio per agenti sotto copertura. Una squadra di agenti federali del paese sudamericano l’ha silenziosamente smantellata. Una storia notevole.
Artem Shmyrev aveva ingannato tutti. L’ufficiale dell’intelligence russa sembrava aver costruito l’identità di copertura perfetta. Gestiva con successo un’attività di stampa 3D e divideva un elegante appartamento a Rio de Janeiro con la fidanzata brasiliana e un Maine Coon, bianco e arancione.
Ma il dettaglio più cruciale era un altro: possedeva un certificato di nascita e un passaporto autentici, che consolidavano la sua falsa identità di Gerhard Daniel Campos Wittich, cittadino brasiliano di 34 anni.
Dopo sei anni trascorsi nell’ombra, Artem non vedeva l’ora di iniziare il vero lavoro da spia.
Link senza paywall creato per gli iscritti a NightReview
Come l’Ucraina ha perso centinaia di milioni in forniture d’armi fallite
di Isobel Koshiw e Miles Johnson sul Financial Times
Nel disperato tentativo di procurarsi munizioni, Kyiv ha pagato intermediari stranieri per armi e proiettili che talvolta erano inutilizzabili – o non sono mai arrivati. Un’inchiesta.
Fuga da Khartoum
di Nicolas Niarchos sul New Yorker
Il disperato tentativo di una famiglia di nove persone di trovare salvezza in Sudan. Un reportage straordinario.
Come la maggior parte dei civili sudanesi, Wanis e sua moglie Intisar erano del tutto impreparati quando la guerra scoppiò a Khartoum. Il primo giorno di combattimenti, il 15 aprile 2023, cadeva di sabato. Avevano in programma di far visita a un cugino di Wanis, ricoverato in ospedale a Bahri – un quartiere sul lato orientale della vasta capitale – per curare il diabete. Intisar e Wanis vivevano a Ombada, nella periferia occidentale; per raggiungere il cugino, avrebbero dovuto attraversare il Nilo, che taglia in due la città.
Il girone infernale della cittadinanza
di Francesco Maselli su
Non è solo una questione normativa. La burocrazia italiana limita implicitamente le naturalizzazioni, logorando chi vuole ottenere la cittadinanza con una muraglia di carte, attese e ostacoli. Un’indagine.
Ruwani ha trentacinque anni. È arrivata in Italia da bambina, parla un italiano perfetto con un bell’accento napoletano – più marcato del mio –, ha studiato qui, lavora regolarmente, paga le tasse, ha una famiglia, che condividiamo: è mia cognata. Ma non è cittadina italiana.
Mi sono sempre chiesto perché, ma non ho mai avuto davvero l’occasione di chiederglielo. Come una di quelle domande che si rimandano, perché si presume ci sia una risposta ragionevole: se dopo tutto questo tempo non l’ha mai chiesta né ottenuta avrà le sue ragioni, mi dicevo, magari è una scelta consapevole. Col tempo, però, ho iniziato a cogliere frasi, racconti, segnali di frustrazione che mi hanno fatto intuire la verità: non è questione di scelte, ma di ostacoli.
Campanili è un progetto giornalistico prodotto da NightReview e NR edizioni. Reportage, ritratti e approfondimenti per raccontare la società italiana osservandola da fuori Roma, dalle province, dalle periferie. Iscriviti alla newsletter.
Francesco Maselli è autore del libro L’Italia ha paura del mare. Reportage e saggi dai confini della Penisola, pubblicato dalla nostra casa editrice NR edizioni
Perché è improbabile che avremo a breve un’intelligenza artificiale generale
di Cade Metz sul New York Times
I titani dell’industria tecnologica affermano che l’intelligenza artificiale presto eguaglierà la potenza del cervello umano. Ci stanno sottovalutando?
Link senza paywall creato per gli iscritti a NightReview
La rivoluzione dell’IA sta cambiando il modo in cui prevediamo il tempo
di Clive Cookson e Michael Peel sul Financial Times
Tecnologie in rapida evoluzione stanno aiutando i meteorologi a formulare previsioni sempre più accurate e dettagliate – e a spingersi più lontano nel futuro.
Perché le persone più potenti della Silicon Valley sono così ossessionate dagli Hobbit
di Michiko Kakutani sul New York Times
I potenti della tecnologia e l’estrema destra mondiale stanno imparando tutte le lezioni sbagliate da Il Signore degli Anelli.
Link senza paywall creato per gli iscritti a NightReview
Tutti stanno barando all’università
di James D. Walsh sul New York Magazine
ChatGPT ha mandato in frantumi l’intero progetto accademico.
Chungin “Roy” Lee ha messo piede nel campus della Columbia University lo scorso autunno e, per sua stessa ammissione, ha iniziato a usare l’intelligenza artificiale generativa per barare in quasi ogni compito. Studente di informatica, si è affidato all’IA soprattutto nei corsi introduttivi di programmazione: “Copiavo il prompt su ChatGPT e consegnavo quello che usciva fuori.” A spanne, calcola che l’IA abbia scritto l’80 per cento di ogni saggio che ha presentato. “Alla fine, ci mettevo un tocco personale. Inserivo quel 20 per cento di umanità, la mia voce,” mi ha raccontato di recente.
Preghiera per il silenzio (quiet, please)
di Gianni Montieri su
Il tifo è cambiato, così come i giocatori. Ma il tennis è quanto di più distante possa esistere dal frastuono, ha una sua mistica, una postura sacra alla quale anche gli atei possono aderire.
Non sono una persona religiosa ma credo nella liturgia, nella sua potenza. Sento di appartenere al linguaggio del sacro e lo cerco dove posso: in certe canzoni, nelle scene di alcuni film, qualche volta nei titoli di coda, nelle poesie e, con maggiori aspettative, lo cerco quando guardo una partita di tennis. Negli attimi prima che cominci uno scambio e poi durante il suo svolgimento, entro in una sorta di mistero della fede in cui mi aspetto che tutti tacciano, che una pallina rimbalzi all’incrocio delle linee, che qualcuno liberi il braccio per un rovescio, che la corda della racchetta vibri. Dopo è punto, è così sia, è amen.
Ritratti, reportage, approfondimenti e saggi personali firmati da autori diversi per ogni numero: Mezza Riga è una newsletter di giornalismo letterario sul tennis. Arriva il lunedì, ogni due settimane. Curata da Simone Spetia, prodotta da NightReview e NR edizioni. Iscriviti alla newsletter, è gratuita.
La madre che non ha mai smesso di credere che suo figlio fosse ancora lì
di Sarah Zhang su The Atlantic
Per decenni, Eve Baer è rimasta convinta che suo figlio, in stato non responsivo a causa di un grave trauma cranico, fosse ancora cosciente. La scienza, alla fine, le ha dato ragione. Una storia meravigliosa.